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giovedì 1 dicembre 2022

PISANELLO. IL TUMULTO DEL MONDO


Chiunque di noi avrebbe voluto trovarsi al posto di Giovanni Paccagnini, protagonista di quella che fu, in ambito artistico, una delle più importanti scoperte del XX secolo. I documenti del Quattrocento citavano una sala dipinta da Pisanello, di cui non si conosceva l’ubicazione e di cui non rimaneva alcun segno visibile nel Palazzo Ducale di Mantova. Poteva essere scomparsa per sempre, oppure celarsi sotto strati di intonaco. Senza perdersi d’animo, il soprintendente Paccagnini, negli anni 60 del ‘900, continuò a cercare, e alla fine, una traccia emerse in una insospettabile sala in stile neoclassico con i ritratti del ramo principale della famiglia Gonzaga. Quei volti sorvegliavano un segreto a lungo occultato: il ciclo cavalleresco dipinto da Antonio di Puccio, detto Pisanello, negli anni Trenta del XIV secolo. Una fortissima emozione per chi, con tenacia e perseveranza, seguì i passi di Pisanello fino alla scoperta del ciclo, e una grande conquista per la conoscenza di questo artista, di cui gran parte delle opere sono andate perdute.

Il periodo che seguì fu dedicato allo strappo degli strati superiori, che riportò alla luce dipinti e sinopie, fortemente deteriorati ma ancora ben leggibili. Anche lo strato pisanelliano fu staccato, recuperando in questo modo le pitture e le sinopie sottostanti, attraverso una complessa e delicatissima operazione, e successivamente ricomposto su pannelli e ricollocato nella propria sede. Il risultato della lunga elaborazione, dall’intuizione di Paccagnini fino ai lavori di restauro, sfociò nella mostra del 1972, in cui fu presentato al pubblico e agli studiosi l’eccezionale ritrovamento. 

A 50 anni dall’esposizione curata da Paccagnini, Mantova tributa un omaggio a Pisanello e allo scopritore del ciclo arturiano con la mostra Pisanello. Il tumulto del mondo, a Palazzo Ducale fino all’8 gennaio 2023. L’appropriato titolo, tratto da un testo di Melania Mazzucco, evoca l’atmosfera drammatica e concitata del ciclo decorativo dipinto dall’artista ma anche la vita stessa di Pisanello, uomo del suo tempo che visse appieno il ruolo di raffinato interprete dello stile tardo gotico, perennemente conteso tra signorie, papi e imperatori.

L’esposizione è solo l’ultimo atto di un processo di rivitalizzazione della reggia gonzaghesca, non ancora concluso, intrapreso dal Direttore Stefano L’Occaso, curatore della mostra, iniziato con il riallestimento della Guastalla con le testimonianze trecentesche che fino ad ora giacevano abbandonate nei magazzini del palazzo, e con la riproposizione della Wunderkammer nella Galleria delle Metamorfosi, in cui è stato ricreato il museo naturale dei Gonzaga. La mostra su Pisanello è stata infatti l’occasione per un intervento di valorizzazione della sala dedicata all’artista, assieme all’attigua sala dei Papi, ripensandone l’allestimento, per una migliore fruizione. Il progetto ha previsto un nuovo sistema di illuminazione che esalti i preziosi dettagli delle pitture, rivelando una straordinaria varietà di interventi plastici in stucco e pastiglia, lavorati ed impreziositi da inserti in lamine metalliche, che donano alla parete un sorprendente effetto tridimensionale. Inoltre, il livello del pavimento è stato alzato di 1,10 m, riportandolo alla quota del tempo, grazie ad una pedana sopraelevata che cambia totalmente la prospettiva, permettendo allo spettatore di cogliere le immagini alla distanza corretta calcolata dall’artista. I cavalieri impegnati nel torneo, osservati da questo nuovo punto di vista, sembrano quasi uscire dalla parete dipinta e muoversi nello spazio, mentre prima rimanevano statiche ed inafferrabili presenze. Anche la sala dei Papi è stata riallestita permanentemente con sinopie, foto storiche, materiali utilizzati nell’intervento di strappo e dedicata all’intervento di recupero del ciclo pisanelliano. Il percorso è poi corredato di apparati di approfondimento e postazioni multimediali che aiutano la visione e la comprensione delle decorazioni.

L’esposizione prosegue al piano inferiore, nell’appartamento vedovile di Isabella d’Este, ma che prima ancora accolse la dimora privata di Paola Malatesta, moglie di Gianfrancesco Gonzaga. La scelta delle opere presenti in mostra, tra cui prestiti internazionali inediti, offre una prospettiva sul panorama artistico della prima metà del Quattrocento tra Mantova e Verona, due dei principali centri in cui Pisanello si trovò ad operare. Un magnifico apparato di disegni, molti dei quali prestati dal Louvre, testimonia lo studio dal vero e le eleganti invenzioni dell’artista, ma non mancano nemmeno quattro pregevoli esempi del nuovo genere artistico avviato da Pisanello: la ritrattistica su medaglie, che diviene un potente mezzo di propaganda politica. Colpisce la preziosità aurea e l’atmosfera quasi fiabesca di dipinti come l’Adorazione dei Magi di Stefano da Verona, dalla Pinacoteca di Brera a Milano, la Madonna della quaglia, dal Museo di Castelvecchio di Verona, e la Madonna con bambino e i santi Antonio e Giorgio della National Gallery di Londra, quest’ultima unica opera firmata da Pisanello che torna per la prima volta in Italia dal lontano 1867.



Pisanello. Il tumulto del mondo

Sede Mantova, Palazzo Ducale

Piazza Sordello, 40

Date 7 ottobre 2022 - 8 gennaio 2023

A cura di Stefano L’Occaso con la collaborazione di Giulia Marocchi e Michela Zurla

Promossa e organizzata da MiC, Ministero della Cultura

Palazzo Ducale di Mantova

Da martedì a domenica dalle 8.15 alle 19.15 (ultimo ingresso ore 18.20).

Giorno di chiusura settimanale lunedì.

Chiusura biglietteria ore 18.20