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giovedì 11 giugno 2020

MANTO DI LUNA

Zu Mantua in Banden*: Andreas Hofer a Mantova tra Mito e Memoria

Di Anastasia Malacarne e Claudia Zerbinati




Lo chiamavano “generale barbone”, e anche se un tempo non era che un oste e commerciante di cavalli della Val Passiria, di certo non passava inosservato: di statura imponente, sguardo fiero e penetrante, dietro barba e capelli corvini celava un animo pio e devoto, e nel contempo un temperamento fiero e risoluto nel difendere i propri valori e l’amata patria: il Tirolo. Era destino che fosse lui, Andreas Hofer, a guidare la rivolta antibavarese e antifrancese che scoppiò in terra tirolese nel 1809.
Hofer e il suo popolo, infatti, con la Pace di Presburgo erano divenuti sudditi della Baviera, e in breve insorsero per ottenere la liberazione del Tirolo, che era ormai considerato la “Baviera meridionale”. Se inizialmente la fortuna pareva arridere agli insorti, tanto che Hofer si insediò all’Hofburg di Innsbruck con il ruolo di comandante supremo, in seguito la situazione precipitò e il capo degli Schuetzen, le truppe tirolesi, fu costretto a fuggire e a nascondersi nella baita Pfandler, presso San Martino in Passiria, con il fido amico Kajetan Sweth e i familiari. Ben presto il losco Franz Raffl scoprì il nascondiglio e allettato dalla taglia di 11.000 fiorini sulla testa di Hofer, lo vendette al nemico. Sweth così raccontò l’arresto:

«Appena un quarto d'ora dalla capanna, noi tre, e cioè Hofer, suo figlio e io, lasciammo delle tracce di sangue sul nostro sentiero, perché al nostro arresto non ci fu permesso di metterci le scarpe o gli stivali e gli altri vestiti. Il nobile Hofer, dal volto del quale scendeva il sangue e la cui barba era ridotta a un ghiacciolo sanguinante, ci ispirava coraggio, guardando devotamente verso il cielo stellato: "Pregate, gridava a noi, siate perseveranti, soffrite con pazienza e offrite le vostre sofferenze a Dio, così potete anche espiare una parte dei vostri peccati". Così parlava ripetute volte l'eroe cristiano che non era adirato contro i suoi nemici, ma che sopportava con pazienza tutte le sofferenze.»




La fortezza di Mantova, ed in primo piano quella di Cittadella 


Il Viceré Eugenio dispose di condurre il prigioniero a Mantova, quartier generale delle truppe napoleoniche, passando prima per Merano dove subì un primo interrogatorio. Napoleone in persona ordinò che fosse nominata una commissione militare per giudicare Andreas Hofer, e il luogo deputato fu Palazzo D’Arco, i cui proprietari, i conti omonimi, erano sempre stati legati alla Francia. Il difensore d’ufficio, l’ebreo Gioacchino Basevi, dovette affrontare un processo irregolare senza alcun interrogatorio; tuttavia, difese appassionatamente, ma inutilmente, il tirolese, che commosso dal suo fervore, gli regalò il suo orologio d’argento come ringraziamento.

La Commissione, composta da nove ufficiali francesi, chiese la condanna a morte, e a nulla valse la colletta di 5.000 che i mantovani offrirono in cambio della vita del condannato.

Hofer scrisse nella sua ultima lettera, indirizzata all'amico Puhler:

“Carissimo fratello, la volontà di Dio è che io passi qui a Mantova dalla vita all'eternità”.



Il rosario che Hofer usava in battaglia 

Il 20 febbraio 1810 fu condotto davanti al plotone di esecuzione. Secondo la leggenda, nelle mani aveva un crocifisso ornato di fiori. Non si fece bendare, non volle inginocchiarsi e disse: "Io sto davanti a colui che mi ha creato e in piedi io voglio consegnargli la mia anima". Le sue ultime parole si ritiene siano state "Franz, Franz, questo lo devo a te!", con ciò riferendosi a Francesco I, dal 1804 Imperatore d'Austria, che era passato dalla parte di Napoleone. La richiesta di grazia da parte dell’Imperatore giungerà il 22 febbraio; sicuramente Napoleone l’aveva previsto e per questo aveva imposto l’esecuzione della sentenza entro 24 ore dalla condanna. Verrà anche riferito che Hofer abbia atteso la morte rivolto verso il Tirolo, e abbia esclamato, dopo che la prima salva sparata dal plotone d'esecuzione aveva mancato il bersaglio: "Ah, come sparate male!". Dato che anche la seconda scarica di colpi non lo uccise, fu l’ufficiale Eiffes, comandante del plotone, a sparare il colpo mortale puntandogli la pistola alla tempia.

Le esequie furono celebrate nella chiesa di San Michele a Cittadella, e la salma sepolta nel cimitero vicino.

I resti di Andreas Hofer furono quindi trafugati da un manipolo di Kaiserjaeger tirolesi e sepolti nel 1823 nella Hofkirche a Innsbruck, ove è conservata la lapide del 1850 posta sul luogo dell’esecuzione e recante i 13 fori.

Oggi la figura di Hofer è, assieme al sacro cuore, il simbolo del Tirolo.

Ogni anno, il 20 febbraio, giungono a Mantova gruppi di Schuetzen nell’anniversario della morte per commemorare il proprio eroe nazionale, in una toccante cerimonia che percorre le tappe di Hofer, da Cittadella, a Palazzo d’Arco, alle vie del centro storico.

Grazie al collegamento creato da questa storia, è nata una collaborazione tra GECT Euregio e Mantova, che ha dato luogo al progetto dello Spazio Adreas Hofer, ospitato presso Porta Giulia a Mantova, luogo degli ultimi momenti di vita del patriota tirolese.

L’esposizione ospita una collezione di notevole interesse storico di oltre 200 pezzi tra oggetti, rappresentazioni e materiali acquisiti dal Land Tirol nel 2018, la cosiddetta “Collezione Reiter”, messa a disposizione del GECT Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino come prestito permanente. In circa 10 anni, Martin Reiter ha raccolto più di 2.555 pezzi, dagli oggetti dell’epoca hoferiana ai souvenir a tema fino ai giorni nostri.

Lo Spazio Andreas Hofer MMM (Mantova, Memoria, Mito) è nato nell’ambito di un progetto di rigenerazione urbana per riqualificare il quartiere di Cittadella partendo dalla sua storia. Via Spalti-Montata era l’antico ingresso a Mantova attraverso Porta Giulia (unica porta, anticamente detta Porta Maggiore, rimasta tra quelle che anticamente consentivano l’accesso a Mantova), che corrisponde al cammino percorso da Hofer, dapprima condotto a Palazzo D’Arco attraverso il Ponte dei Mulini per il processo e poi ricondotto nelle carceri di Cittadella, nella famosa cella 1 della Torre del Vaso.

La figura di Andreas Hofer, interpretata nel tempo in svariati modi a seconda dei periodi storici in questo spazio è celebrata come un esempio di coraggio ed eroismo per tutti i popoli.

Lo spazio Hofer è visitabile il sabato pomeriggio, dalle 16 alle 18, e la domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. È anche un Info Point turistico, gestito dalle Guide turistiche GAM-Confesercenti di Mantova.


Per visite e percorsi guidati, contattateci alla mail mantoguide@gmail.com


*L'Andreas-Hofer-Lied, canto "Zu Mantua in Banden der treue Hofer war" (Il fedele Hofer era a Mantova in catene), è divenuto nel 1948 l'inno ufficiale del Land Tirolo.